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Anche questa è società (civile?)

     Giugno 28, 2017   No Comments

Delude molto la politica sbragata del nostro paese. La condizione difficile economica e sociale nella quale molti soffrono un disagio drammatico, rende ancora più deludente quello sbragato chiacchericcio inconcludente rispetto alle molte gravi questioni reali nelle quali ci troviamo immersi. Cresce una disaffezione nei riguardi della politica che è proprio quello che non ci vorrebbe. Disaffezione, indifferenza, ma anche ribellismo, viscerale anti politica condita ovviamente da innumerevoli buone ragioni, ma anche da abbondanza di demagogia e di considerazioni un tanto al chilo. Di fronte ad una politica del genere ci vorrebbe una opinione pubblica reattiva, capace di concorrere a sostituirla con qualcosa di migliore. Proponendo e sostenendo soluzioni, proposte migliori e personale politico, più serio e migliore. Nei partiti, tranne poche eccezioni, dilaga un personale preminentemente dedito al carrierismo. Dove si conquistano galloni più per servilismo anziché per capacità, meriti e competenze. Nella società civile c’è molta indignazione, si urla. Si va in piazza e spesso sono solo piazzate. Si mugugna e si sta da parte. Non fosse mai che ci si urta e ci si rimette qualche benevolenza cui attingere al bisogno. Insomma qualche volta dovremmo pure farci un esame anche come società. Come cittadini. Che spesso ci riteniamo tali anche con non celata prosopopea. Ma altrettanto spesso in realtà siamo più rasenti allo status di sudditi che di cittadini. O perché non ce ne rendiamo conto; perché ci conviene; perché non facciamo nulla per esaminarci e capire; o perché non riusciamo a capire e men che meno ad esaminarci. Ciechi per orgoglio, per presunzione. Una apoteosi delle nostre molte mediocrità. Che non è che non esistono solo perché non vogliamo e non intendiamo riconoscercele. Tanto per capirci su alcune cose. Facciamo mente locale alle varie occasioni in cui ci si trova fra amici, conoscenti, e capita di parlare delle cose che succedono e anche di politica. Ne vengono fuori certi spaccati che meriterebbero di essere riflettuti con impegno. Spesso il giudizio sulla politica è un giudizio morale. Berlusconi è il più gettonato. Poi arrivano gli altri, Papa, Milanese e tanti altri nomi difficili anche da ricordare ed elencare tutti. Le cricche, le P tre, quattro e avanti così. E lì trovi coloro che il centrodestra lo fanno un assembramento di ladri, truffatori, porci e schifosi. E il giudizio è inappellabile. Gioco forza la risultante: da quella parte il marcio della politica e della società che quella sostiene (la maggioranza alle ultime elezioni). Per costoro l’altra parte è la parte buona, quella seria, onesta, incontaminata ed incontaminabile. Allora scattano coloro che non sopportano questo schema rigido e soprattutto non sopportano di essere annoverati in quel tipo di assembramento. E vanno all’attacco. Contro la supposta superiorità morale della sinitra che è la stessa di coloro che hanno testè spaccato il mondo in due: la destra che fa schifo e la sinistra che è la parte buona. Criticare la sinistra che suppone una propria superiorità morale è doveroso a prescindere. Solo gli stupidi possono spaccare il mondo in due parti: in una solo i buoni, nell’altra solo i cattivi. Ma questo è a parte. Torniamo alla reazione cui facevamo riferimento. Che si arricchisce a sua volta di giudizi morali trancianti e giù nomi: il caso Penati, Oldrini, Sesto San Giovanni, la sanità pugliese, l’assessore alla sanità che poi si manda in parlamento per dargli la giusta tutela (o anche il giusto premio?), e avanti così un altro lungo elenco. La discussione in certi consessi va avanti così. Fate schifo, no fate schifo voi. In uno stadio le curve che si mandano affanculo sono un esempio che sa di eufemistico. E nessuno è disposto a fare un passo indietro rispetto alla propria opinione ed ingiuria. Berlusconi lo deve fare da capo del governo. Questi manco lo fanno da una semplice opinione, peraltro, ovviamente sbagliata. Tant’è! Anche questa è società. È disarmante assistere a discussioni nelle quali non riesci a fissare un punto semplice. Del tip il marcio se c’è lo trovi ovunque; è stupido dividere il mondo in buoni e cattivi, nessuno è in grado di scagliare la prima pietra; la politica non è migliore quando una parte prevale sull’altra in base ad un giudizio morale inattendibile ed immotivato. È più meritevole di un giudizio critico di tipo morale quello che si autosuppone moralmente il migliore che viceversa. E dire che dalle discussioni dovrebbero poter emergere le cose che non vanno per quel che sono. Non fa differenza se avvengono in un ambito invece che in un altro. Il punto è che non vanno e basta. E quelle andrebbero corrette. Ma se per correggerle non si sa fare altro che intendere che bisogna andare nella parte diversa allora non si viene a capo di nulla. Il miglioramento della politica non è se stai da una parte o dall’altra. Avviene se ne correggi le storture in tutte le parti in cui esse si manifestano. E nessuna è esclusa. Avviene se ti impegni affinchè ci sia una politica seria fatta di cose serie e di concrete soluzioni ai concreti problemi. Se i comportamenti sono i più corretti. Se a fare la politica concorri a mettere chi la fa seriamentee con le capacità che necessitano. Non è il moralismo un tanto al chilo quello che serve. Anzi, questo fa solo danni. Se ci si fissa sulle cose che si devono correggere e cambiare – e ci si può intendere soprattutto in una conversazione fra persone che si conoscono e che si parlano liberamente – allora ci si comincia a confrontare seriamente. E sicuramente ci si comprende. Non necessariamente ci si convince. Se poi ognuno anziché urlare, e giudicare in modo sbragato, si impegnasse su quelle cose a cambiare e a migliorare la parte che egli ritiene comunque la migliore, già sarebbe molto. Perché la vera questione non è che si migliora se si va da una parte o dall’altra, ma se si fa migliore ogni parte. Le differenze di opinione, di posizione e politiche è giusto che vi siano. E vanno tutelate. L’impegno è a farle buone e valide anche se diverse. Allora dopo è bello scegliere se in un dato momento ci si rispecchia di più in una forza anziché nell’altra. Ma questa è la democrazia. Lo schematismo che vuole il bene solo da una parte ed il male solo dall’altra è invece l’anticamera del buio antidemocratico. E’ l’espressione più nitida ed eloquente della nostra stupidità.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 11:33 am
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