Ubaldo. Il nostro Direttore responsabile.
Il terribile male ce l’ha strappato. Prepotente, violento, veloce. Il vuoto non è questo, non è editoriale. Il vuoto sofferto, di indicibile commozione, è nel cuore, nella mente, nel ricordo della lunga piena vera amicizia. Fin dall’inizio della conoscenza e dell’incontro con quel trio amichevole che mi è sempre stato innanzi come unicum (invidiabile per quella
simbiosi di rara e vera amicizia): Daniele, Ubaldo, Cico. Me ne sono appropriato e continuo a sentirmene interno.
Nella militanza della gioventù repubblicana, quando cominciò, e poi a seguire, sempre. Nelle differenze politiche, dentro e fuori il partito.
Insignificanti rispetto alla passione, alla convinzione, alla dedizione totale, ideale, morale, di una prospettiva, di un orizzonte motivanti il nostro impegno comune, solido, preciso, senza sbavature. Demagogie, retoriche, imbellettamenti ad effetto: mai avuto bisogno di queste schifezze senza senso, inservibili.
Sostanza, piena immediata, empatia piena. Tutto questo sì. Ti guardi, ti senti, anche quando si è lontani molto e per più tempo. Sempre lì insieme di fatto, invece. Arguto, colto, preparato, ironico,gioviale, aperto, laico a tutto tondo, intelligente,simpaticissimo. A fuoco in quell’insieme di persona straordinaria, con me in una emotività intrecciata complessa, l’ho pensato, gli ero appresso, ne sentivo il dolore , la sua sofferenza, lui là in quell’altra clinica, dove quel male lo sapevo lo stava incalzando, violento e prepotente. Pochi giorni fa. Non mi ha neppure sfiorato che stesse vivendo quel dolore indicibile accompagnandosi rabbiosamente a deprecarlo e maledirlo.
Gli sentivo un altro dolore, più atroce, ma più vivo della sua più vera intima umanità e personalità. Al cospetto dei suoi affetti più profondi ed intensi, all’avvicinarsi di quel fugace, luminosissimo trapasso che in un bagliore folgorante sei tu, sono la tua vita. Meraviglia e meravigliosa. Poi nulla. Buio. Tu non più. Ma tu ancora. Eccome! Nei tuoi ragazzi, per i tuoi ragazzi; per tua moglie, la tua famiglia. Per i tuoi amici caro Ubaldo. Magari in altro modo, ma anche per quanti ti hanno conosciuto. Mi tradisce l’emozione? C’è un’enfasi che non deve? Senz’altro l’emozione. Mi fermo. Penso. Freddo.
Ed eccoti. Pulito, amico, di comuni visioni, ideali, passioni, battaglie. Una gran bella persona. Il mio Direttore responsabile. Lo fai? Ubaldo. Non sono iscritto a nessun albo non posso esserlo io. Sicuro. E credo con gioia e piacere. Ed ecco in coppia questo Energie Nuove, fin dall’inizio. In totale fiducia. Amici veri.