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Vincere la sfida della sicurezza

     Novembre 29, 2017   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 2 – novembre 2017

Vincere la sfida della sicurezza

di Corrado Augusto Patrignani (Presidente Confcommercio imprese per l’Italia cesenate)

Sicurezza madre delle priorità. In un dibattito politico che spesso e volentieri si eleva in voli pindarici al di sopra della testa di cittadini e impresa, giova richiamarci all’abbiccì della convivenza civile e della coesione sociale e ai servizi essenziali per assicurare queste prerogative che dovrebbero essere acquisite in uno stato di diritto.

I nostri territori, anche il Cesenate, la provincia  e la Romagna, sono vittima della criminalità e in particolare di continui furti e rapine.  Dobbiamo pertanto rimboccarci le maniche e agire per contrastare questo stato di fatto. Famiglie e imprese sono ripetutamente prese di mira, anche  nei luoghi più visibili, come i centri storici. Scrivo dopo due spaccate in esercizi pubblici e gelaterie insediati nel cuore della città e l’altra in una zona molto frequentata vicino allo Stadio.

Solo le ultime di una lunga serie. Quel che è certo è che sono troppi. E non mi si venga a dire che le statistiche parlano di calo perché sono comunque troppi.

Un dato in particolare ci allarma e amareggia: ci sono nostre imprese associate alla Confcommercio, prese più volte di mira, specie nel settore dei pubblici esercizi, ormai in preda alla esasperazione e presi dalla voglia di mollare tutto. Sarebbe una sconfitta di tutti, del territorio in senso lato.  Una vergogna, direi: che in Romagna, nel 2017 ci siano imprenditori ormai rassegnati ad abbassare la saracinesche perché più volte presi di mira dalla criminalità, è una situazione inaccettabile. Da nessuno.

Confcommercio è un’organizzazione imprenditoriale che accompagna le imprese sul mercato. Da sempre affermiamo che senza sicurezza l’ambiente non è favorevole allo sviluppo e si incrina la coesione sociale che da sempre è una risorsa di questo territorio, costruita anche da chi ci ha preceduto. Guai a noi se lasciassimo impunemente che si disperdesse.

Ecco allora che anche nel Cesenate la parola d’ordine deve diventare, non solo negli slogan ma soprattutto nei fatti, “Più sicurezza, più legalità”.

Confcommercio da più lustri presidia il problema e lo fa anche attraverso indagini per saggiare lo stato d’animo delle imprese e la loro percezione sulla sicurezza.

Per la verità a noi non piace questa distinzione tra sicurezza reale e sicurezza percepita. Ci sembra un sofisma. Le comunità percepiscono la sicurezza o l’insicurezza che c’è. E basta leggere ogni giorno i giornali per rendersi conto che i reati non sono eventi percepiti ma, ahinoi, tristemente capitati.

Il 21 novembre a Casa Artusi nella Chiesa dei Servi, l’Unione provinciale di Confcommercio di Forlì-Cesena celebrerà la giornata nazionale di Confcommercio Legalità mi piace, con una tavola rotonda sui temi della legalità e sicurezza che si terrà alla presenza delle massime autorità politiche e militari del territorio. Nel corso della iniziativa Confcommercio presenterà i risultati di una indagine realizzata su quattrocento imprese commerciali, duecento forlivesi e duecento cesenati, sulla percezione che hanno sulla situazione della sicurezza nel territorio.

Visto che i criminali incalzano, dobbiamo dunque attrezzarci per proteggerci meglio, nonostante l ’ e s e m p l are impegno delle forze dell’ordine, le cui dotazioni vanno però rimpinguate. Anche alle amministrazioni è richiesto un impegno maggiore per dotare i nostri Comuni di sistemi di telecamere per la televigilanza, da installare in tempi rapidi.

Ribadisco: tanti cittadini, commercianti e imprenditori non ne possono più. Serve un progetto di sicurezza territoriale che diventi il primo punto dell’agenda politica, provando a delineare piani di prevenzione e di difesa coordinati ed efficaci. Il nostro territorio cesenate è vittima del pendolarismo criminale, con  furti in abitazione, negozi e imprese di criminali predatori non stanziali. Questo aspetto emerse in maniera nitida nel convegno “Criminalità, sicurezza e prevenzione” del 2015  in cui presentammo una prima indagine realizzata dalla Confcommercio cesenate da parte di 250 imprenditori associati nel comprensorio.

Scaturirono dati interessanti: il 59% è stato vittima di furti (23% vandalismi, 7% rapina, 9,90% spaccio di banconote false), il 43% è stato vittima di reati reiterati. Solo il 12% affermò di  sentirsi sicuro. Non credo francamente che i dati di questa nuova indagine si discosteranno particolarmente da quelli, purtroppo.

In ogni caso è tempo di agire.  Le tre richieste per rendere più sicuri i Comuni sono aumentare la presenza e il controllo da parte delle forze dell’ordine, inserire impianti di videosorveglianza e illuminare le aree più a rischio. Proteggere il territorio un’esigenza inderogabile.

Tutte le strade vanno percorse. Cittadini e imprenditori, per quanto possono, devono proteggersi con i dispositivi  che fungono da deterrenza, gli organici delle forze dell’ordine vanno rinforzati per poter far forte alle evenienze e curare l’intelligence. I Comuni dovrebbero investire di più  in sicurezza con progetti da realizzare nei tempi più rapidi possibili – questo il punto – perché la domanda di sicurezza è forte e non può più attendere. Nei tempi lunghi, parafrasando Keynes, saremo tutti… derubati. Constatiamo che varie amministrazioni comunali stanno investendo per installare sistemi di televigilanza. A questo proposito il comune di Cesena ha lanciato già da anni il suo intervento che prevede l’installazione di 450 telecamere per la videosorveglianza, ma finora ne sono stati installate solo alcune alla stazione.

Le ultime notizie sono che il Comune di Cesena sarebbe finalmente pronto per partire con l’anello delle prime cento telecamere del progetto di installazione della rete comunale in fibra ottica, a supporto di un articolato sistema di videosorveglianza.

Confcommercio chiede di accelerare e di porlo come intervento prioritario. Se ci sono ladri e criminali in agguato il primo pensiero di un buon padre di famiglia e di mettere più in sicurezza che si può la sua casa. A chi ci amministra è chiesto di ragionare e agire con questa logica semplice, elementare e pragmatica. Da buon padre di famiglia, appunto.

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