• I Nostri Sponsor

Loading...
Your Are in   Home     Politica Locale     Che fine ha fatto la piattaforma logistica?

Che fine ha fatto la piattaforma logistica?

     Maggio 15, 2018   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 1 – aprile – maggio 2018

Che fine ha fatto la piattaforma logistica?

di Massimo Bagnoli – Presidente nazionale FIAP

Qualcuno ricorda ancora l’ambizioso progetto della piattaforma logistica del freddo? Immagino di no, come pure nessuno ricorderà l’enfasi con cui il comune aveva presentato a stampa e cittadinanza questo progetto ed il cronoprogramma di realizzazione. Permettetemi di riportare alla vostra memoria questo  grande insuccesso della nostra amministrazione. Nel 2010 il sottosegretario ai trasporti era l’On. Giachino, con il quale avevo modo di lavorare essendo il presidente di Fiap, una delle associazioni di autotrasportatori accreditata all’Albo, ed era stata appena costituita la Consulta Nazionale della quale ero stato chiamato a fare parte dallo stesso Sottosegretario. In quel periodo si stava lavorando al piano Nazionale della Logistica, e si riuscì ad inserire il finanziamento di un progetto per la realizzazione di una piattaforma logistica che inizialmente doveva riguardare solo l’agroalimentare fresco mentre, verificato che il mercato dei soli prodotti freschi non poteva sostenere il funzionamento della piattaforma, si decise di pensarla per ogni tipologia di merce, così da avere quelle economie di scala necessarie per il sostentamento economico.  La mia associazione fu critica fin dalla presentazione del progetto in quanto il Comune intendeva proseguire con l’idea di una piattaforma per il fresco, praticamente disinteressandosi dell’invito del Ministero,  e non per le merci in generale. Sembrava quasi che ci fosse solo l’interesse ad incassare l’ingente somma che il Ministero metteva a disposizione per il progetto o, ancora peggio, che questo fosse il pretesto per l’assegnazione di un area di proprietà comunale a qualche “amico” senza dover subire le inevitabili polemiche che sarebbero sorte in un Comune, che non realizzava lottizzazioni per zone industriali dagli anni 90, e che si era fatto superare dalla vivacità dei comuni vicini tipo Bertinoro o la stessa Forlì che invece erano stati molto attrattivi per le imprese. I giornali locali di quel periodo diedero molto spazio alla piattaforma ed alle polemiche alzate dal sottoscritto, che generarono anche insulti da parte di altre associazioni di categoria che addirittura sospettavano che in questa partita avessi interessi personali.  Una tesi bizzarra che, visto anche  l’epilogo della faccenda, è stata presto confutata dai fatti che hanno mostrato chi gli interessi li aveva per davvero e come li ha anche soddisfatti.  Comunque il 17 giugno del 2013, nella sala Tecnovie a Pievesestina, venne presentato il progetto alla politica più che al mondo economico locale: erano infatti presenti una sfilza di politici da mettere paura e ci mancava solo che l’apertura fosse fatta con la marcia trionfale dell’Aida per dare una ancora maggiore enfasi all’evento che, secondo loro, avrebbe dato grande sviluppo al nostro territorio. I vari Onorevoli, che non avevano idea di cosa si trattasse, spesero parole di elogio e di entusiasmo per la visione e l’abilità del sindaco Lucchi e dell’assessore Miserocchi che avevano portato a compimento questa epica impresa. Dopo i zuccherosi proclami dei politici, un po’ di spazio fu concesso anche  a chi si sarebbe dovuto sporcare le mani lavorando nella piattaforma, nel dibattito televisivo andato in onda su Teleromagna, durante il quale non mancarono polemiche e dubbi. Come spesso succede, la politica vive in un mondo suo, invasiva e burocrate nel mondo economico ma infastidita se le viene chiesto un confronto, certi di essere i depositari della verità nella migliore delle ipotesi, faziosa e scorretta in una grande maggioranza dei casi. Il comune fece il bando per l’assegnazione dell’area che richiedeva alcune caratteristiche proprie di aziende che per mestiere si occupavano di logistica ed autotrasporto. Il bando se lo aggiudicò Tecnolog, un azienda del territorio che avrebbe dovuto svolgere l’attività e che aveva i requisiti richiesti, con una storia recente farcita di cambi di proprietà. Questa azienda nel 2010 fu in parte ceduta a GF Group di proprietà della famiglia Orsero, un potente gruppo multinazionale operante nel settore del commercio dell’ortofrutta, che anche in questo caso, il comune presentò  alla cittadinanza come un  altro “grosso” colpo per il territorio. Anche in questo caso si parlò di un ingresso fondamentale per lo sviluppo del territorio. Purtroppo il primo atto del gruppo GF fu quello di non operare più con buona parte degli autotrasportatori locali, preferendo quelli provenienti da altre aree, che pare fossero meno ligi nell’applicazione delle regole e che si dice non avessero grande rispetto per quelli che la norma definiva come costi minimi di sicurezza.

Il “grosso” colpo per il territorio fu quello ricevuto al cuore con un ulteriore impoverimento a danno delle nostre imprese locali. Ma torniamo alla nostra piattaforma logistica. Nelle interviste che si lessero dopo l’assegnazione, si parlava di completamento dell’opera e di inizio attività entro il 2014, notizie che alimentarono per un bel po’ di tempo le speranze di poter avere nuova occupazione e, per gli addetti ai lavori, la speranza che questa attività potesse creare opportunità anche per altri operatori. Ma come è andata a finire? Purtroppo è finita nel modo immaginato da coloro che erano indicati come gufi: della piattaforma neppure l’ombra, l’area è ora nella disponibilità di una grossa cooperativa ortofrutticola, che l’ha messa sul mercato cercando compratori con la speranza di  incassare una plus-valenza dalla vendita. E’ giusto? Non è giusto? Che siano i cittadini a giudicare. Io mi permetto di riproporre il mio pensiero: se in un bando pubblico viene venduto un bene comunale ad un prezzo “agevolato”, qualora non si riesca o si possa raggiungere l’obbiettivo del bando, il bene deve ritornare al comune che dovrebbe avere il dovere di ripresentare il progetto modificandolo affinché questo porti valore al territorio ed occupazione. Questi sono treni persi, che difficilmente torneranno a passare, e le responsabilità sono enormi, quando si tratta di occupazione non è consentito giocare e scherzare.  Anche in questo caso, quelli maliziosi come me, avranno il dubbio sull’operato del pubblico, che ritiene avvalorato anche dallo svolgimento dei fatti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You might also reading...

Cesena e la gara per le amministrative

Read More