di Denis Ugolini
Martedì 14 dicembre. Non male questa giornata. Subito uno pensa ai voti di fiducia al governo Berlusconi. Non faccio riferimento a questo. Anche se devo dire che è meglio che sia andata così. È un quadro più chiaro. Almeno è ovvio che così non si può continuare, ma che quel che occorre per cambiare è mettere mano al funzionamento diverso della nostra vita istituzionale.
Una riforma vera e profonda. Si può affrontare uscendo dalle tifoserie contrapposte e se prevarrà senso di responsabilità una volta che i più seri ( se ci sono in ambo gli schiramenti) avranno smesso le magliette partigiane e avranno dato spina al cervello volto a considerare quale sia il meglio per l’interesse genaerale di questo nostro paese. Ma non a questo voglio fare diretto riferimento. Mi attesto a più ridotte dimensioni. Locali. Sono stato ad un convegno della UIL di Cesena e Forlì sulla sanità dei nostri territori e sul suo futuro. Si è parlato esplicitamente di volgere lo sguardo e le azioni necessarie alla prospettiva di un’unica Azienda USL della Romagna. Della nostra Area Vasta, come si dice. Pur con le loro diverse sfumature, con i distinguo che non sono mancati, con le ommissioni volute e con le cautele a iosa tutti gli interlocutori hanno sottolineato, comunque, che non si può non indirizzarsi a questa prospettiva. Da par loro, soprattutto da burocrati, come ha sottolineato la DG dell’Ausl di Forlì, lo hanno fatto i due Direttori generali di Cesena e Forlì. E lo hanno fatto i Sindaci delle due città. Quello di Forlì non mancando di evidenziare i molti ostacoli che si posssono frapporere e che sono soprattutto nella cultura politica di questi territori e nei retaggi, diciamo così campanilistici, che ancora sono forti in Romagna. E nella statura della politica oggi prevalente in questa realtà. Quello di Cesena che se è stato da un lato più esplicito, tuttavia non è andato fino in fondo e nella profondità più prossima per supportare ancora di più l’affermazione, assai buona per noi, che la finalità di un’unica Ausl di area vasta è l’obiettivo che occorre perseguire e che lui, gli va dato merito, dice di volere perseguire. Anche la relazione introduttiva di Zignani (UIL) è andata meritoriamente in questa direzione. Musica armoniosa per il nostro ascolto. Non importa se con i consueti ritardi, quel che ci piace è che finalmente il problema non resti solo alla stregua del dibattito che abbiamo avviato sulla nostra rivista Energie Nuove. Ci interessa che entri nel vivo del dibattito politico e che soprattutto coloro che hanno avuto il merito di portarlo così all’esterno come in questo convegno si capacitino di comprendere che non può essere un dibattito dai tempi lunghi e impossibili, ma che occorre stringerlo in tappe più ravvicinate con approfondimenti ulteriori e più prossimi alle questioni di fondo. E vi è ancora tanto da mettere a fuoco in modo dovuto. Parecchio.
Ma neppure questi rilievi devono togliere nulla alla bella iniziativa della UIL e ai buoni propositi che in essa sono stati, così autorevolmente esposti. Speriamo negli atti di questo convegno. Per tenere traccia e testimonianza delle cose in esso dichiarate. Bene, per tutto il resto. Era ora che si cominciasse a fissare bene e sul serio un obiettivo che è posto da tempo e che occorre non sia rinviato a data da destinarsi. Non se lo può permettere il sitema sanitario e di tutela della salute dei cittadini. Non se lo può permettere l’esigenza di spendere bene i soldi che fanno riferimento alla salute di tutti. Non se lo può permettere l’esigenza assai cocente di fare ristrutturazione e riorganizzazione se si vuole spendere bene e con efficacia le risorse sempre troppo esigue che corrispondono e devono corrispondere al sistema sanitario.